Quando si pensa a alla pizza, uno dei piatti più conosciuti della tradizione italiana nel mondo, è inevitabile immaginare l’armonia gustosa della mozzarella filante. La mozzarella infatti, oltre a essere un ingrediente spesso presente sulle tavole degli italiani, vanta anche una storia molto antica. Ecco quali sono le sue origini, come si produce, quali sono i valori nutrizionali e come abbinarla per creare ricette gustose e bilanciate.
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La storia della mozzarella affonda le sue radici nelle splendide regioni del Sud Italia. Si è parlato di questo ingrediente per la prima volta nella Naturalis Historia, quando Plinio Il Vecchio scrisse di un formaggio che si realizzava in Basilicata e veniva apprezzato molto per il suo gusto delicato. Con il passare degli anni, i monaci Benedettini erano soliti offrire un pezzo di “mozza” in occasione di alcune sacre festività religiose.
Ma da dove deriva il termine mozza (diventato poi mozzarella)? Questo nome deriva dalla pratica della mozzatura, cioè una precisa lavorazione artigianale di strozzatura della pasta filata che viene eseguita a mano. La mozzarella veniva prodotta per evitare qualsiasi spreco di latte che ai tempi era di difficile conservazione e rischiava di diventare presto acido; con la lavorazione a caldo era possibile ridurre in modo considerevole questa acidità. Il nome definitivo mozzarella però risale al 1570 e, nello specifico, al ricettario di Bartolomeo Scappi, che la inserì nell’elenco dei formaggi che venivano abitualmente serviti nella mensa papale.
La produzione della mozzarella segue il procedimento tipico dei formaggi a pasta filata, per questo è possibile utilizzare il latte crudo o più comunemente il latte pastorizzato. Con il latte crudo, il prodotto possiede già i microrganismi lattici che sono fondamentali all’acidificazione, anche se per questioni di sicurezza microbiologica è la soluzione meno frequente; nel caso del latte pastorizzato invece è necessario aggiungere batteri lattici ed è possibile prevedere le diverse fasi di produzione. In questo secondo caso, per ottenere la mozzarella è fondamentale che la pastorizzazione del latte crudo sia lenta, altrimenti si rischia che la filatura del formaggio venga compromessa.
La mozzarella è uno dei formaggi meno grassi, escludendo alcune tipologie particolari come la burrata e la mozzarella di bufala: ha circa 253 calorie per 100 grammi. Uno dei motivi per cui la mozzarella viene spesso inserita all’interno di una dieta equilibrata è che ha buoni livelli di sali minerali, in particolare calcio, potassio e fosforo. Inoltre, trattandosi di un formaggio fresco, ha un elevato contenuto d’acqua e questa la rende ideale per i periodi più caldi dell’anno.
La mozzarella è un ingrediente che si abbina molto bene sia ai primi piatti caldi sia a quelli freddi: per esempio nella pasta al forno e in un tortino di pasta sfoglia svolge una funzione filante e golosa, mentre nelle ricette fredde, a base di pasta o cereali in chicco abbinati a verdure di stagione, valorizza il gusto finale senza aggiungere troppe calorie, rispetto ad altri formaggi.
Un altro aspetto importante da considerare riguarda le modalità di conservazione di questo prodotto. Dalla data di apertura, è consigliabile consumare la mozzarella entro e non oltre 3-4 giorni, conservandola in un contenitore chiuso ermeticamente in frigorifero nella sua acqua lattiginosa e con il suo siero naturale.